ottobre 25, 2021
Yara Italia sostiene l'associazione Casa Sankara-Ghetto Out
Nell’ambito del progetto Diversity & Inclusion, che vede Yara impegnata nel supportare la diversità, l’equità e l’inclusione, Yara Italia ha deciso di sostenere Casa Sankara-Ghetto Out, un’associazione che ha lo scopo di fornire un alloggio decoroso ed un lavoro dignitoso a centinaia di immigrati in provincia di Foggia.
Qui infatti la coltivazione di alcuni ortaggi si avvale del lavoro di immigrati che in passato vivevano in condizioni simili alla schiavitù: l’obiettivo dell’associazione è quello di fornire loro una casa ed un percorso legale e dignitoso di inserimento economico e sociale.
Casa Sankara-Ghetto Out gestisce alcuni terreni in agro di San Severo (FG) ricevuti in concessione gratuita dalla Regione Puglia, dove si producono i pomodori pelati con il marchio “Riaccolto-La Terra della Libertà” commercializzati da una grande catena italiana di supermercati.
Yara Italia si è impegnata con un accordo a medio termine a fornire consulenza agronomica, piani di nutrizione e fertilizzanti per concimare 2 ettari di questi pomodori da industria.
Marion Martinez, Yara SVP South Europe, a tal proposito ha affermato. “Sostengo fortemente questa iniziativa. Visitare la sede dell’associazione ed incontrare gli immigrati che sono sfuggiti allo sfruttamento è stato emozionalmente intenso”.
Le fa eco Rocco Cavoto, Agronomo di Yara Italia che ha prestato supporto tecnico in campo ai ragazzi di Casa Sankara-Ghetto Out: “Quando ho iniziato a lavorare con Abdou (alias), uno dei ragazzi che si occupano di coltivare il pomodoro in campo, ho potuto notare che avevamo degli obiettivi in comune: colture più sane, rese più elevate e migliori profitti. In campo Abdou mi ha anche parlato della sua storia”.
Una storia fatta di immigrazione clandestina a bordo di un barcone e di condizioni di lavoro disumane una volta giunto in Italia. Poi la svolta con Casa Sankara-Ghetto Out, che cercava agricoltori esperti come lui.
Grazie al suo lavoro adesso Abdou spera di poter vedere la sua situazione legalizzata e nel frattempo continua ad inviare denaro alla sua famiglia in Senegal e può vivere con “la dignità che ogni persona dovrebbe avere”.