Principi agronomici per le pomacee
Portinnesto
La scelta del portinnesto determina le dimensioni delle piante e l'efficienza di assorbimento dei nutrienti. La densità ottimale d'impianto dipende da portinnesto, cultivar e probabile tecnica di potatura. Le categorie generali sono quattro: vigoroso, semi-vigoroso, semi-nanizzante, nanizzante. Le cultivar più moderne vengono coltivate con portinnesti nanizzanti o semi-nanizzanti. Nonostante la resa per albero sia inferiore, gli alberi più piccoli hanno rese migliori per ettaro, raggiungono prima i livelli massimi di produzione e sono più facili da potare, irrorare e gestire. La scelta del portinnesto deve essere effettuata anche in base al suolo (pH, struttura, umidità) e altre condizioni locali (intensità delle gelate, resistenza ai parassiti e alle malattie, ecc.). La messa a frutto degli alberi nani è più rapida, in genere nel secondo anno dopo l'impianto, mentre per quelli semi-vigorosi e vigorosi è necessario attendere 4-7 anni.
Per le pere si utilizzano vari portinnesti. In Europa si ricorre tradizionalmente a portinnesti di cotogno (A, Adams, C) nanizzanti o semi-nanizzanti. Tuttavia, questi portinnesti sono sensibili agli effetti dei venti, alle basse temperature, al fuoco batterico e hanno problemi di compatibilità degli innesti. I più recenti cloni OH x F sono più resistenti al freddo invernale e al fuoco batterico. A seconda del clone utilizzato, il portinnesto può essere dei tipi da nanizzante a vigoroso.
Portinnesti in campo
Tecniche di coltivazione
Per le pomacee si utilizzano svariati tipi d'impianti. L'obiettivo è quello di ottenere rese elevate e precoci con frutti di alta qualità. Fra gli altri fattori da considerare si ricordano la facilità di raccolta e gestione della coltura. Le tecniche moderne si basano su densità superiori rispetto a quelle dei frutteti di vecchia data. Oggi, la densità normale è di 1.000-6.000 alberi/ha, mentre 50 anni fa era prassi comune piantare 70-100 alberi/ha.
Nelle zone e nei terreni più fertili e con rese superiori, è possibile piantare fino a 10.000 alberi/ha con una resa potenziale di 60 t/ha.
Le chiome degli alberi vengono tagliate in modo da ottenere tre forme di base: sferica, conica o a ventaglio, dette anche a Y ad A o a V. La forma sferica è tipica dei frutteti tradizionali in Europa e Nord America e consente all'albero di svilupparsi seguendo la sua forma naturale. La forma conica è oggi maggiormente diffusa. Consente una buona intercettazione della luce in quanto limita la larghezza sulla cima dell'albero. Richiede una gestione minima di rami e fusti. Le chiome a ventaglio stanno diventando sempre più comuni nei frutteti ad alta densità per spostare in avanti i rami portanti, incrementare la resa e semplificare la raccolta. Le chiome a V o angolate, su strutture tatura o altri tipi di graticci, consentono anch'esse una buona penetrazione della luce grazie a un efficace allineamento dell'albero. Permettono di ottenere rese molto elevate e la raccolta può essere efficacemente effettuata per filari.
Gestione degli alberi
Gli alberi appena piantati devono necessariamente essere potati. Nel pieno del ciclo produttivo, potatura e diradamento dei frutti sono necessari per ottenere un rapporto ottimale fra foglie e fiori/frutti e per consentire la circolazione dell'aria all'interno dell'albero e la penetrazione della luce, al fine di migliorare qualità dei frutti e dimensioni. La potatura contribuisce a garantire che l'acqua e i nutrienti siano disponibili per un numero ottimale di frutti ben posizionati.
Le potature energiche vengono generalmente effettuate quando gli alberi sono ancora in stasi durante l'inverno. La potatura estiva si effettua per rimuovere i germogli deboli e pieni d'acqua e consentire il passaggio della luce attraverso le chiome fitte.
Come regola generale è preferibile effettuare piccole potature frequenti piuttosto che potare drasticamente la pianta una sola volta. Questa seconda tecnica stimola un rigoglioso sviluppo vegetativo che assorbe grandi quantità di nutrienti e acqua, compromettendo la qualità dei frutti e la differenziazione delle gemme.
Sul melo si formano da cinque a sei infiorescenze su ciascuna gemma mentre sul pero i fiori sono 7/8 per gemma. Se li si lasciasse arrivare tutti a maturazione, le dimensioni dei frutti sarebbero molto ridotte e il nutrimento non sarebbe sufficiente per la pianta, che l'anno successivo non fiorirebbe. Si effettua quindi il diradamento lasciando un frutto ogni 3-5 gemme.
Protezione delle colture
Per ottenere una produzione di alta qualità è necessario tenere sotto controllo malattie, parassiti ed erbacce. Le pomacee sono sensibili agli attacchi di numerosi patogeni che causano malattie (funghi, batteri, virus e nematodi). Le malattie possono danneggiare direttamente i frutti, rendendo sgradevole l'aspetto o il sapore, ma anche indebolire l'albero causando lesioni o infestando foglie, tronco e rami.
Le malattie più comuni sono ruggine, ticchiolatura, vari tipi di marciumi e fuoco batterico. In Europa la produzione di pere è principalmente compromessa dal fuoco batterico. Alberi, chioma e frutti delle pomacee vengono attaccati da oltre 50 diversi tipi di insetti.
I più pericolosi sono quelli che danneggiano direttamente i frutti. Fra questi si ricordano la mosca della mela (Rhagoletis pomonella), vari tipi di bruchi come la tortrice, la tignola della frutta, la carpocapsa, il coleottero curculionide e l'afide grigio. Insetti e acari, ad esempio afidi, bruchi, cocciniglie, tetranichidi e minatori fogliari, si alimentano di foglie o rami, indebolendo le piante e minando crescita, fioritura e allegagione.
In alcuni paesi come la Cina i frutti sugli alberi vengono protetti con sacchetti di plastica 45 giorni dopo la caduta dei petali, al fine di ridurre l'ingresso dei parassiti, le malattie e i danni che ne conseguono. Più comune è la somministrazione regolare di pesticidi secondo necessità per tutto il ciclo colturale.
Raccolta
I frutti devono essere raccolti prima che raggiungano la maturazione completa, ma non prima che abbiano avuto il tempo di svilupparsi. I tempi variano a seconda della cultivar e le diverse varietà raggiungono la piena maturazione in diversi momenti nell'arco di un periodo di tre mesi. Con la maturazione l'amido si trasforma in zucchero e il frutto sviluppa aroma e sapore. I frutti non maturi hanno un sapore legnoso, sono privi di aroma e molto duri e croccanti al taglio. I frutti maturi sono compatti ma non duri.
Ciascun Paese ha sviluppato le proprie procedure standard per stabilire il momento giusto per raccogliere le mele e le pere. Sono stati ideati numerosi indici, ma poiché ogni anno si registrano notevoli variazioni di svariati parametri della qualità, è necessaria una vasta esperienza pratica per stabilire la data migliore per la raccolta.
Conservazione
Le condizioni di conservazione sono essenziali per garantire la qualità e la durata a lungo termine. I frutti devono essere raccolti evitando i danni meccanici, refrigerati in tempi brevi e conservati in atmosfere controllate, al fine di prevenire eventuali alterazioni fisiologiche. Per ridurre al minimo la perdita di umidità dei frutti è necessario mantenere livelli elevati di umidità relativa (90-95%). Le atmosfere controllate con livelli inferiori di ossigeno e superiori di anidride carbonica rallentano il metabolismo e il disfacimento dei frutti.
Le mele che maturano prima (estive e autunnali) producono livelli più elevati di etilene durante la conservazione e sono maggiormente soggette ai disfacimenti rispetto alle cultivar che maturano più tardi (mele invernali). La loro conservabilità è quindi inferiore.